Impianti e strutture offshore
IMPIANTI OFFSHORE
Situato al largo della Nigeria, dal campo petrolifero ultra-profondo Egina si potranno estrarre 200.000 barili al giorno, grazie ad una delle unità FPSO più grandi del mondo
10.08.2018
Testo dell’articolo
Scoperto nel 2003, il giacimento petrolifero Egina è situato a circa 130 km al largo della costa della Nigeria e a 200 km a sud di Port Harcourt. Situato ad una profondità compresa tra 1.400 m e 1.700 m, il campo è un progetto offshore ultra-profondo.
Le perforazioni sono iniziate nel dicembre 2014 e la produzione inizierà entro la fine del 2018, fornendo 200.000 barili di petrolio al giorno, pari al 10% della produzione totale del paese.
Con un investimento complessivo di 16 miliardi di dollari, l’infrastruttura offshore del campo (gestita da TOTAL) è costituita da un sistema di produzione sottomarino di 44 pozzi situati, ad una profondità di 1.600 m, collegati ad una unità FPSO (Floating Production Storage and Offloading), una delle più grandi del mondo di questo tipo.
Con un peso di 220.000 t, una lunghezza di 330 m, una larghezza di 61 m e un’altezza di 35 m, la FPSO Egina ha una capacità di stoccaggio di 2,3 milioni di barili di petrolio e potrà ospitare fino a 200 persone. Quando raggiungerà la posizione prevista per la fase operativa, la FPSO sarà mantenuta stabile mediante un sistema di 16 ormeggi fissati sul fondale.
Testo redatto su fonte TOTAL
Images credit: TOTAL SA
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IMPIANTI OFFSHORE
SEASTAR: polo multidisciplinare per attività di studio e innovazione tecnologica nell’ambito della sicurezza degli impianti di ricerca e coltivazione degli idrocarburi in mare
11.06.2018
Testo dell’articolo
L’attuale scenario energetico italiano è caratterizzato da una fase di transizione verso un’economia low-carbon. Con l’obiettivo primario di sviluppare progetti di ricerca applicata e di trasferimento tecnologico verso le imprese, ma anche di attività di formazione sulle tecnologie e di disseminazione delle competenze multidisciplinari verso il territorio e per stimolare la crescita nel settore della sicurezza offshore, verrà realizzato il Centro di Competenza SEASTAR (Sustainable Energy Applied Sciences, Technology & Advanced Research).
Si tratta di un polo multidisciplinare che svolgerà attività di studio, ricerca e innovazione tecnologica nell’ambito della sicurezza, anche ambientale, degli impianti di ricerca e coltivazione degli idrocarburi in mare.
Il Centro focalizzerà inoltre la sua attenzione sul tema della sostenibilità delle tecnologie Oil&Gas e sulla valutazione del loro ruolo nel futuro assetto low carbon e sul decommissioning degli impianti e delle infrastrutture Oil&Gas arrivati a fine vita. SEASTAR si prefigge, quindi, di rafforzare l’aggregazione e l’integrazione delle competenze sul tema della sicurezza della produzione, in particolare offshore, e dell’utilizzo sostenibile degli idrocarburi.
Il Centro intende porsi come riferimento internazionale sul tema della sicurezza oil&gas, in particolare offshore, e della gestione di questo ambito nella transizione verso un futuro low-carbon.
SEASTAR è frutto di un accordo tra la DGS-UNMIG (Direzione Generale per la Sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche – Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse) del Ministero dello Sviluppo Economico e il Politecnico di Torino. La collaborazione si inserisce nel contesto dell’Accordo Quadro di partnership, in attività di studio e ricerca sulla sicurezza, anche ambientale, degli impianti di ricerca e coltivazione degli idrocarburi in mare, tra i due enti, a seguito del quale nel 2015 era stato costituito il Polo di ricerca SEADOG, attivo nelle aree della sicurezza e delle analisi ambientali del settore Oil&Gas.
Testo redatto su fonte Politecnico di Torino del 7 giugno 2018
Images credit: Exxon Mobil Corporation
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STRUTTURE OFFSHORE
É in Italia, a Porto Viro (RO), la prima struttura offshore in cemento armato del mondo per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione di gas naturale liquefatto
11.12.2013
Testo dell’articolo
Il terminale Adriatic LNG è la prima struttura offshore al mondo in cemento armato per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto (GNL). Si trova al largo di Porto Levante, nell’alto Mare Adriatico a circa 15 km dalla costa veneta, ed è collegata alla rete di distribuzione nazionale tramite un metanodotto. L’impianto, l’unico al mondo che sorge in mezzo al mare appoggiato su una piattaforma di cemento armato, ha una capacità di rigassificazione di 8 miliardi di m3 annui, che corrispondono a circa il 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale. Il terminale è una struttura di importanza strategica per l’Italia perché ha attivato una nuova rotta di gas totalmente indipendente dai gasdotti via terra, dando così un importante contributo alla diversificazione e alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
Il gas per il terminale Adriatic LNG è fornito in massima parte dal giacimento North Field, in Qatar, nel Golfo Arabico. Dopo l’estrazione e l’eliminazione delle impurità, il gas naturale viene raffreddato fino a -162°C. A questa temperatura si trasforma in liquido, riducendo di 600 volte il proprio volume. Allo stato liquido può quindi essere facilmente stoccato in serbatoi, immesso nelle navi metaniere e trasportato dal Qatar all’Italia. Il gas naturale liquefatto viaggia a una temperatura costante e a pressione atmosferica su speciali navi metaniere, progettate e costruite secondo rigorosi standard di sicurezza. Il trasporto del GNL via nave rende disponibile questa risorse energetica in parti del mondo che sarebbero altrimenti quasi irraggiungibili. Una volta giunto al terminale Adriatic LNG, nell’alto Mar Adriatico, il GNL viene rigassificato e successivamente inviato alla rete di distribuzione nazionale per giungere al consumatore finale.
Il terminale offshore è costituito da una grande struttura in cemento armato (Gravity Based Structure – GBS) lunga 180 m, larga 88 m e alta 47 m che poggia sul fondo marino ad una profondità di circa 29 m; due serbatoi di stoccaggio del GNL (all’interno del GBS e della capacità di 125.000 m3 ciascuno); un impianto di rigassificazione, strutture di ormeggio e scarico delle navi metaniere; ambienti per il personale; un metanodotto collegato alla terraferma che trasporta il gas dal terminale alla costa per 15 km. La struttura è lunga complessivamente 375 m, larga 115 m e il ponte principale è 18 m sopra il livello del mare, mentre la torcia raggiunge gli 87 m.
Testo redatto su fonte Terminale GNL Adriatico
Per approfondimenti: Adriatic LNG
Images credit: Terminale GNL Adriatico
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